Padula: presentato il libro “Soldati di pace” di Vincenzo Rubano
Articolo tratto da OndaNews, 11 maggio 2015.
Si è tenuta ieri sera, presso l’Aula Consiliare in Piazza Umberto I a Padula, la presentazione del libro “Soldati di pace” del giornalista Vincenzo Rubano, voluta dall’Assessorato alla Cultura, Turismo e Spettacolo della Città di Padula.
All’incontro, moderato dal direttore editoriale di Ondanews Rocco Colombo, hanno preso parte Tiziana Bove Ferrigno, assessore alla Cultura, il sindaco Paolo Imparato, Giusy Rinaldi, presidente della Fondazione “La casa di Annalaura”, partner dell’iniziativa, Don Claudio Mancusi, cappellano militare, Col. Vincenzo Lauro, Capo Ufficio P.I. 2° Comando delle Forze di Difesa, l’autore Vincenzo Rubano e l’On. Gioacchino Alfano, Sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa.
Vincenzo vive sul campo ciò che poi racconta”: queste parole di Don Claudio Mancusi svelano in pieno il senso dell’impegno del giovane giornalista, che ha partecipato a missioni militari in Kosovo, Libano e Afghanistan, effettuando numerosi reportage.
Vincenzo Rubano riesce a trasmettere fino in fondo al lettore “l’animo di chi si muove nelle trincee e fa risaltare i tratti umani delle persone attraverso le narrazioni della vita quotidiana”, scrive Giovanni D’Ercole nell’introduzione.
“I giornalisti vanno in Afghanistan, come negli altri teatri operativi, perchè le guerre, nella loro drammaticità, sono una miniera di storie – ha spiegato Vincenzo Rubano – La passsione per queste storie spinge i giornalisti ad andare sul posto, ad osservare, a capire e a raccontare. Il vero giornalista è quello che va sul posto, che osserva con i propri occhi“.
Le storie dei soldati che partono in missione ci rivelano un’ “Italia che funziona”, come sottolineato dal Col. Vincenzo Lauro, fatta di uomini che mettono a rischio la propria vita perchè animati da ideali forti e dal senso di servizio alla giustizia e alla pace.
“I militari che sono disponibili a dare la vita o a subire forti mutilazioni non hanno bisogno di riconoscenze formali, ma gli italiani devono conoscere questi militari per sostenerli, perchè il mondo militare è fatto anche di mezzi, di investimenti, di formazione – ha concluso l’On. Gioacchino Alfano – Il militare che non si vede riconosciuto il suo lavoro si preoccupa del fatto che un Paese può ridurre l’attenzione alla costruzione di un mondo militare che non è organizzato per aggredire e per essere offensivo, ma per difendere la pace“.
Filomena Chiappardo