L’11 gennaio 2013 Giusy Rinaldi ha presentato Bentornata Alice assieme all’autrice Tiziana Santarsiero presso la Libreria Guida di Napoli.
La presentazione è stata ripetuta il 19 dello stesso mese presso la Libreria Guida di Salerno.
Quando si legge un titolo evocativo come quello di “Bentornata Alice” il pensiero ci rimanda alle avventure o disavventure della nota Alice della favola di Carrol ed il -bentornata- ci comunica, da subito, che Alice è stata attesa, accolta e ascoltata.
Quando poi si leggono le pagine del libro, intervallate da tre asterischi che fungono da breve pausa e fanno riprendere fiato alla voce narrante, si concretizzano allora alcune domande : “Ma quando si diventa grandi…?” “Come si fa a diventare grandi?” E ancora: “Lo decidono ‘altri’, senza chiedere il nostro consenso, come è accaduto, appunto, alla bambina della favola?”
Nessuno ci ha preparato al nuovo compito, nessuno ci ha insegnato come fare.
La piccola Alice si spinge a curiosare tra le pieghe di una gonna ed una bevanda malandrina, prova a sfidare ingenuamente il mondo, per conoscerlo, come fanno i bambini.
Poi continuerà a vivere a suo piacimento, …ci fa credere l’autore.
Per la Nostra autrice, non più bambina, vivere -continuare a vivere- per… crescere in tutti i sensi, vuol dire aprire un capitolo inedito della propria storia. Vivere vuol dire riconoscere di aver ricevuto un supplemento di forza in più.
Una forza d’animo straordinaria,quella della nostra Tiziana, tanto da permetterle di irrompere in modo spietato nel mondo, cosiddetto normale, di ognuno di noi. E quale tipo di circuito apparentemente asintomatico ha preso il sopravvento, tanto da provocare una sorta di deflagrazione del pensiero?
I suoi mille pensieri si sono frantumati, un poco alla volta, nel momento in cui la Nostra è stata ‘desiderosa di diventare grande, di amare ed essere amata, di poter scegliere, di crescere e di intrappolare la vita, -forse- …per smettere di averne paura!
Noi non abbiamo il diritto di affermarlo… noi altri, ma abbiamo il dovere di chiederci: “Perché può avvenire tutto questo…?” “Per rincorrere la felicità! …Forse”.
A pensarci bene, la felicità ,nella nostra vita, è la sola meta che per se stessa è un privilegio dell’essere umano.
Tiziana, diversamente da Alice, e dal gioco magico dei personaggi delle carte e di altre figure particolarmente ammalianti, ha cercato di intravedere, di inseguire e perseguire, di privilegiare il bello, l’onesto, il vero, l’amore… Se nonché i riflessi ambigui del mare della sua terra, le sagome grigie e immobili dei pini marittimi, i colori infuocati e opachi del consueto tramonto, le voci senza suono di tante persone l’hanno accompagnata nella difficile ricerca della felicità, sono stati testimoni personificati di troppe giornate, di inaspettate scoperte, di esperienze personali, strane o meno che fossero, ma simili a quelle di tanti altri giovani. Comunque lei le ha vissute solo sulla sua pelle, in compagnia di tanti personaggi, rigidi e piatti, come quelli sulle assurde carte di un gioco innocente.
In cambio dell’ardore giovanile, della ricerca di sicurezze, di fiducia per futuri progetti di vita, di corrispondenze tra storie lette sui libri e vane attese, e soprattutto di conferme, …cosa scopre Tiziana?
Il vuoto , il grigiore, il vuoto delle risposte non-risposte, il vuoto dell’amore non-amore, la banalità degli stereotipi, l’amarezza del tradimento, come lo chiama lei: quello delle convenzioni sociali, spesso sorretto dall’assenza di parole, dall’assenza di conoscenza e di fondamenti, di emozioni, da saper interpretare, gestire e tradurre in parole da comunicare, da gridare, talvolta sussurrare e… accompagnare con un sorriso.
Mentre Alice non si stupisce delle stranezze o meraviglie,non le importa molto se la sua avventura sia stata un sogno o meno (questo lo fanno gli adulti,appunto) Tiziana vuole sapere cosa ci sarà dietro quella simbolica tana del coniglio bianco, vuole dare un senso a ciò che le succede intorno, sia allora, al tempo della ricerca giovanile che -dopo- la deflagrazione dei suoi princìpi personali.
E chi tra noi non ha provato, almeno una volta nella vita, a far esplodere tutto, a desiderare di far zittire il mondo intorno a sé, per poter finalmente ascoltare se stessi, per fare ordine tra i propri pensieri?
(Confessiamocelo!) E’ inaccettabile essere sorpresi dalla vita, da un vortice di incomprensioni, di contraddizioni! E’proprio vero! Quando le emozioni vengono a mancare e le relazioni sociali si indeboliscono, le nostre vite ne rimangono condizionate.
Allora si può toccare il fondo…., i fantasmi della mente possono ritornare ma, nel frattempo, anche grazie a coloro che sanno farsi sentire “accanto”, possiamo scoprire maggiori opportunità di ascoltare noi stessi e di affrontare, anche se a fasi alterne, ricerche di nuove prospettive, con cui prendere sottobraccio la realtà e, con essa, la verità.
Bene! Vuol dire che non siamo soli.
Il silenzio dell’anima è diventato compagno della sua mente, dei suoi pensieri, è diventato “scrittura” che si è resa disponibile per farsi percepire, per scrutare, guardare il mondo , la vita, sotto una luce nuova.
L’opera prima di questa giovane donna preannuncia, inoltre, una conferma per gli affetti familiari, imprescindibili e inalienabili che, nel corso delle sue vicende, non trascura affatto. Siamo sicuri che dalla sua famiglia ha saputo trarre una buona dose di forza che non verrà meno. Ma è soprattutto dal suo cuore che nasce questa bella sfida che ha preso corpo davvero e si è trasformata, senza magie fiabesche, in una sana passione. Quale? Quella di prendersi cura di se stessa, per prendersi cura anche degli altri.
“La passione è ciò che fa emergere -il buono- che c’è in te”!
L’Autrice ha srotolato il suo passato. Ha saputo scandagliare il vissuto, ha voluto detergere in acque limpide i macigni che le pesavano sul cuore, per raccontare la sua storia, …all’ombra rigenerante di un pino marittimo, di fronte ad un rosso e promettente tramonto.. con i quali si è pian piano riconciliata, riappropriandosi della sua dignita di persona e di donna, di figlia, di sorella.
Tiziana che ora conosciamo, non è Alice -se mai lo fosse stata-!
E’ una bella persona che abbiamo atteso, accolto e ascoltato.
L’identità si costruisce con ciò che si fa, con ciò che crea una “certa tensione” nel dare un senso alla vita. La passione che Tiziana sta coltivando è una di quelle che aiutano a vivere!
Giusy Rinaldi
Giusy Rinaldi durante la presentazione napoletana